Tema sull' Unione Europea

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Visceral
view post Posted on 11/3/2010, 18:39




Tema sull' Unione Europea



L'Unione europea compie cinquant'anni. Il trattato di Roma, che sanciva l'istituzione della Comunità Economica Europea (CEE), comprendente sei stati, venne infatti firmato in Campidoglio il 25 marzo 1957. Il Trattato di Roma costituisce il nucleo della Costituzione dell'Unione europea. In precedenza, nel 1951, era stata costituita la CECA (Comunità europea del carbone e dell'acciaio), una sorta di prima pietra nella costruzione dell'edificio comune europeo.

L'idea di una federazione di Stati europei era stata accarezzata già nell'Ottocento da pensatori del calibro di Mazzini e Saint Simon e da letterati come Schlegel e Novalis. E molti sono stati, in anni più recenti, gli intellettuali e i politici che si sono battuti per l'Europa unita: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Winston Churchill, tanto per ricordare soltanto i nomi più famosi. Sino ad arrivare agli artefici, ai padri fondatori dell'Europa unita: l'italiano De Gasperi, i francesi Monnet e Schuman, il tedesco Adenauer.

I padri costituenti si proponevano alcune finalità. Reduci da due catastrofiche guerre mondiali e dalla fine di feroci totalitarismi, essi progettavano un' Europa che sapesse superare i pericolosi nazionalismi e potesse costituire un valido baluardo per la pace; pronunciandosi per il mercato e la concorrenza, intendevano creare un'Europa dello sviluppo e del benessere economico, accompagnato dalla libertà e dall'uguaglianza dei cittadini; infine credevano fermamente che la formazione dell'Unione europea dovesse essere una scelta democratica dei cittadini, non un'idea imposta con gli eserciti.

Sono ancora queste le idee guida che ispirano il cammino, travagliato, dell'Unione Europea. L'allargamento da 6 a 27 Paesi, ha creato dei problemi nuovi. Aumentano la complessità e le diversità. La volontà di procedere sulla strada dell'unificazione appare, tra gli elettori di taluni stati, incerta.
L'Europa sembra faticare nel competere economicamente, da una parte con gli Stati Uniti, che hanno saputo dare prova in questi anni di un maggiore dinamismo economico e di una maggiore capacità di innovazione e dall'altra con i giganti asiatici, - tra i Paesi emergenti Cina e India -, che soprattutto nei settori tradizionali, ad alto fabbisogno di manodopera, sanno produrre a costi molto inferiori.
La disoccupazione ha in Europa un tasso ancora elevato, resistente ai tentativi messi in atto per arginarla.
Dal punto di vista militare e della sicurezza internazionale, l'Europa comunitaria non è ancora un'entità ben definita.
La burocratizzazione di Bruxelles con l'eccessivo proliferare di norme potrebbe ostacolare lo sviluppo economico, che è stato, in realtà, più lento e contenuto rispetto alle ottimistiche previsioni dei fautori dell'europeismo, anche se a ciò hanno contribuito emergenze internazionali eccezionali.
Le migrazioni di massa di cittadini extraeuropei e il terrorismo internazionale rappresentano ancora questioni minacciose e irrisolte.

Tuttavia, per l'Italia, l'adesione all'Unione europea ha rappresentato e rappresenta un'opportunità per modernizzare molti ambiti istituzionali ed economici. Già ora la bassa inflazione, la libera circolazione dei fattori produttivi (persone, capitali, servizi e merci) e il continuo confronto con leggi e regolamenti europei, stanno producendo miglioramenti nella vita economica e civile. Le aziende hanno la possibilità di darsi un assetto più internazionale, nelle dimensioni e nelle strategie, più adatto allo scenario della competizione economica odierna, caratterizzata dalla globalizzazione della produzione e dei mercati, superando così gli angusti limiti costituiti dai confini nazionali. I cittadini, i lavoratori e i consumatori vedono meglio rispettati i propri diritti. L'euro, che non pochi grattacapi ci ha dato quando è stato introdotto, si è rivelato una moneta forte, in grado di competere col dollaro e pochi sono coloro che vorrebbero ritornare ai tempi della svalutatissima lira italiana. Per rispettare gli accordi di Maastricht, i nostri amministratori stanno procedendo a un promettente quanto doveroso risanamento del debito pubblico. Ciò rappresenta un impegno economico, ma soprattutto etico, perché significa maggior ricchezza e rispetto per le future generazioni.

Pur osservata con realismo e prudenza, l'Unione europea costituisce, a mio avviso, una sfida e un'opportunità in cui molti italiani, e io fra loro, credono ancora fermamente.
 
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