Tema sulla protezione del patrimonio artistico e ambientale

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Visceral
view post Posted on 11/3/2010, 18:35




Tema sulla protezione del patrimonio artistico e ambientale



Un luogo comune vuole che l'Italia sia povera di risorse naturali ma ricca di ingegni.
E, infatti, il genio italiano ha contribuito a creare sul territorio nazionale un patrimonio artistico e culturale di tutto rispetto. Tuttavia, mal gestito.

Esperti molto accreditati affermano, per esempio, che molti musei e biblioteche italiane siano male organizzate. Spesso si tratta di istituzioni, che sembrano esistere più per rispondere alle esigenze di coloro che vi lavorano che a quelle di turisti e utenti.

Eppure le code chilometriche davanti agli Uffizi di Firenze o le resse ai festival di letteratura o alle mostre d'arte ben allestite in tante città, testimoniano che la domanda di cultura è molto forte nel nostro Paese, anche se non sempre molto qualificata.

Nonostante ciò, ancora molti dipinti giacciono in chiesette periferiche, ancora non catalogati e alla mercé dei ladri.
I fondi, destinati dai governi che si sono succeduti alla guida del Paese alla tutela artistica, sono insufficienti. Le organizzazioni pubbliche, che si occupano del patrimonio artistico, sono gestite secondo criteri burocratici e inefficienti.
L'educazione artistica e la Storia dell'Arte sono materie cenerentola nelle nostre scuole.

Eppure chi si sposta per l'Italia trova, spesso già poco lontano da casa, piazze, monumenti, palazzi, cattedrali, castelli, la cui bellezza mozza il fiato. La cosiddetta sindrome di Stendhal, il deliquio che coglie il turista straniero in visita alle bellissime città italiane, non è soltanto un'invenzione della letteratura e del cinema. "Non c'è altro luogo nel pianeta in cui per secoli e secoli, ininterrottamente, si siano avute espressioni artistiche tanto alte e insieme tanto diffuse", ha scritto qualche anno fa Vittorio Emiliani in un suo libro inchiesta "sui Beni e sui Mali culturali".

Tuttavia, continuiamo a fare ben poco per valorizzare il nostro patrimonio artistico, culturale e turistico.
La speculazione edilizia costruisce brutti edifici accanto a bellezze artistiche e naturali incomparabili, deturpando il paesaggio.
L'inquinamento, prodotto dal dissennato traffico automobilistico nostrano, lede edifici e monumenti.
Obbrobri urbanistici, concepiti da assessori raccomandati dai partiti, diffondono il brutto in molte nostre città.

C'è poi la questione meridionale. Il nostro Sud è stato la culla della civiltà: Greci, Romani, Arabi, Francesi e Spagnoli vi hanno lasciato testimonianze artistiche e culturali di incommensurabile valore. Il clima, il mare e il paesaggio naturale sono tra i più belli del mondo. Ma c'è un problema: la criminalità organizzata, erede del più antico brigantaggio. Buona parte del territorio non è sotto la giurisdizione dello Stato italiano, ma di fatto è sotto il controllo delle cosche mafiose.

Tempo addietro un noto imprenditore affermò che, se non fosse per la criminalità organizzata, molti ricchi pensionati europei e americani si stabilirebbero al Sud, comprerebbero casa là, dando impulso all'industria turistica e all'economia. Il Meridione d'Italia diventerebbe la Florida d'Europa e non avrebbe più bisogno di sussidi statali o comunitari. Si riscatterebbe e, sfruttando il turismo, diverrebbe una delle zone geografiche più ricche del mondo.

L'Italia non ha risorse naturali, ma ha chilometri di coste, appetite dai turisti, però purtroppo lasciate in balia di ogni sorta di inquinamento.

Persino l'offerta alberghiera nelle località turistiche, nelle città d'arte come nelle località balneari è carente. Gli alberghi sono costosissimi, l'offerta di camere è scarsa. Spesso nelle stanze, in cui vengono alloggiati i turisti, mancano la tv , il frigorifero, il collegamento a Internet. La dislocazione degli spazi è irrazionale e antiquata. L'offerta logistica è ancora da Terzo Mondo, inadatta ad attrarre il turista cosmopolita di oggi, sempre più esigente e che, difatti, si rivolge altrove.

Qualcosa mi sembra stia lentamente cambiando. È cresciuta, nei cittadini e negli amministratori, la coscienza della vocazione turistica del nostro Paese. Il patrimonio artistico e ambientale, con l'attrazione turistica che produce, può costituire davvero il volano di una tanto attesa ripresa economica del nostro Paese.
 
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