Canto XXXIV dell'Inferno

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Visceral
view post Posted on 10/3/2010, 20:24




Canto XXXIV dell'Inferno



Dante e Virgilio scendono nella parte più profonda dell'Inferno, la Giudecca (da Giuda Iscariota) dove le anime giacciono indistinguibili, completamente incarcerate nel ghiaccio.
Sono qui condannati i peccatori peggiori: i traditori dei benefattori.

Qui sta Lucifero, l'angelo più bello, che ha osato sfidare Dio ed ora è un mostro gigantesco con tre teste, una rossa , una gialla e una nera e sei ali di pipistrello, con le quali, a mo' di mulino, genera il vento che gela Cocito. Lacrima in continuazione e dalle bocche gli fuoriesce della bava sanguinolenta. Dante e Virgilio lo scorgono mentre sta azzannando tre noti traditori: Giuda, Bruto e Cassio. Il primo consegnò Gesù ai soldati, gli altri due assassinarono Giulio Cesare.

Sono laboriose le manovre con cui Virgilio e Dante riescono ad abbandonare l'Inferno, attraversando il centro della terra. Si servono di Lucifero come scala e, attraverso una roccia si aprono un varco nell'altro emisfero, dove sta la montagna del Purgatorio.

Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo
salimmo su, el primo e io secondo,
tanto ch'i' vidi delle cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo;
e quindi uscimmo a riveder le stelle.

Pietrificato, senza connotati psicologici, Lucifero, signore dell'Inferno, rappresenta il male assoluto, l'immagine negativa di Dio: avendo tre teste, come Dio è trino; come Dio é bontà infinita, Lucifero, all'esatto opposto, genera il vento gelido, dell'odio. Eppure anche il signore dell'Inferno serve alla causa divina: non a caso Dante e Virgilio si servono di lui per uscire dall'inferno. Forse che l'uomo ha bisogno del peccato per pentirsi e redimersi?
 
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