Chiare , fresche e dolci acque

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Visceral
view post Posted on 10/3/2010, 20:20




Chiare , fresche e dolci acque



Considerata da vari critici letterari come il capolavoro di Petrarca, "Chiare, fresche e dolci acque" sintetizza, più di qualunque altra canzone o sonetto, tutta l'opera del poeta aretino. In essa, infatti, non solo il Petrarca rende manifesta la sua indiscussa abilità tecnica, ma riprende vari temi a lui cari e segnatamente la malinconia, il senso della morte, la rappresentazione della bellezza di Laura, la rievocazione.

Del resto, perché il lettore si renda pienamente conto della enorme abilità e sensibilità poetica a cui si trova di fronte in questa canzone, gli è sufficiente leggere i primi versi, nei quali la donna amata viene rappresentata dal poeta sullo sfondo di una natura limpida e fresca.

Ancora una volta la rappresentazione della bellezza di Laura non è concreta, "non prende figura", come giustamente nota il Momigliano; ancora una volta il Petrarca si serve della rievocazione che, quasi filtrando la figura della donna, ne ingentilisce i caratteri sino a rappresentare un ideale di bellezza. La natura incontaminata, che qui fa da sfondo alla figura di Laura, è realistica ed integra mirabilmente la bellezza di costei.

Va inoltre osservato, come a suo tempo fece il Bosco, che "la Laura qui rappresentata è più che mai donna e l'amore più che mai amore", anche se in seguito il poeta osserverà: "Costei per fermo nacque in Paradiso", cogliendo nella donna amata una traccia di divino.

Numerose considerazioni si possono compiere pure riguardo al pensiero desolato della morte, che domina la prima parte della canzone e di cui ho fatto menzione in precedenza. E' questo, a mio giudizio, un sentimento che genera un tutt'uno con la malinconia e che deriva con ogni probabilità dall'eterno contrasto insito nell'animo del poeta. Mi stupisce, tuttavia, la "sinistra compiacenza", come la definisce il De Sanctis, "con cui il poeta si intrattiene in pensieri di morte", che penso si ricolleghi a quel gusto del soffrire, la "voluptas dolendi", come la definiscono i critici, che caratterizza un po' tutta l'opera di Petrarca.

Se Laura, la malinconia e il pensiero della morte sono ormai temi fissi della poetica di Petrarca, il sentimento gioioso della vita, che appare e domina nella seconda parte della canzone, rappresenta veramente un nuovo aspetto della personalità del poeta. E' la prima volta che Petrarca si lascia andare alla gioia, che, come del resto il dolore, è pur sempre molto contenuta. E' questa senza dubbio il frutto della rievocazione della figura di Laura, dell'abbandonarsi ai sogni, al fantasticare.

La serenità che pervade Petrarca in questa seconda parte della canzone si traduce in immagini pur esse serene, dolci, che richiamano alla memoria le liriche degli stilnovisti, dei quali, è stato appurato, il Petrarca subì una notevole influenza.

Definire quale sia la parte della canzone poeticamente più valida è assai difficile, essendo la composizione armoniosa e ben proporzionata. A mio avviso, tuttavia, la prima parte forse appare più spontanea e sentita.
 
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